Sono tramontati gli astri brillanti che hanno caratterizzato la stagione invernale. Sirio, Betelgeuse, Rigel e Procione non sono più visibili ma al loro posto cominciano ad apparire Arturo (alfa Bootis) e la splendida Spica (alfa Virginis), mentre a sud del Grande Carro si vede la costellazione del Leone. Per trovare facilmente le altre costellazioni primaverili si può inoltre fare riferimento al Triangolo di primavera formato da Debebola (Leone), Spica (Vergine) e Arturo (Bootes). Sull’asterismo che prende appunto il nome di Triangolo di primavera puoi leggere l’articolo “Il Triangolo di Primavera: Arturo, Denebola e Spica” del 5 aprile 2011.
Le costellazioni visibili in primavera sono dodici: Bilancia o Libra, Bootes, Cani da Caccia, Chioma di Berenice, Corona Boreale, Corvo, Cratere o Coppa, Idra, Leone, Leone Minore, Sestante e Vergine.
La primavera è anche un periodo favorevole all’osservazione degli oggetti di profondo cielo perché dirigendo lo sguardo nella zona definita dalle costellazioni della Chioma di Berenice, dei Cani da Caccia, del Leone e della Vergine si vede un’area non oscurata dalle polveri e dal gas della Galassia: è la finestra galattica che contiene oggetti distanti decine di milioni di anni luce che si rendono visibili con strumenti amatoriali come vaghe macchie di luce.
Arturo nella costellazione del Bootes è la stella chiave per orientarsi nel cielo di primavera (se vuoi saper qualcosa di più su questa stella leggi “La luce di Arturo per Chicago“ del 27 settembre 2010). Trovarla è abbastanza facile. Basta seguire la curva ideale indicata dal timone del Grande Carro. Del resto non si può sbagliare, perché nessuna stella, a parte Sirio, che ormai scompare nelle foschie dell’orizzonte sud-occidentale, brilla come Arturo. Per di più il suo colore arancione è inconfondibile. Seguendo sempre la stessa curva dopo aver incontrato Arturo, ecco Spica, una stella bianco azzurra (Vergine). A questo punto bisogna trovare dei riferimenti per individuare le altre costellazioni primaverili: il Leone, con Regolo, a ovest di Arturo; il Corvo a sud della Vergine; la Corona Boreale a est di Bootes; la Bilancia nella Fascia Zodiacale a est di Spica.
La Bilancia culmina a mezzanotte ai primi di maggio e si trova appena sotto l’equatore celeste tra lo Scorpione e la Vergine. La Bilancia è una delle costellazioni zodiacali meno cospicue. Fino al Medioevo costituiva le chele dello Scorpione e la stella ora definita sigma Librae era classificata come gamma Scorpii.
La stella alfa è Zuben El Genubi di mag. 2,75 e si trova a 65 anni luce. Zuben El Genubi ha un compagno di mag. 5,16.
L’astro più luminoso della Bilancia è beta Librae, Zuben El Schemali di mag. 2,61. Si trova a 140 anni luce di distanza.
48 Librae è una stella peculiare di mag. 4,85. Si trova a 650 anni luce di distanza. La avvolge una serie di anelli e gusci di materia turbolenta ora in espansione, ora in contrazione. Questi gusci manifestano periodicamente una maggiore attività. Gran parte del materiale che circonda la stella è concentrato in un anello posto sul suo piano equatoriale. Il guscio ha un diametro doppio rispetto a quello della stella, la quale ruota su se stessa con velocità insolitamente alta: all’equatore raggiunge i 400 chilometri al secondo. Ciò probabilmente rende instabile la stella e produce perdita di materia che va poi a formare i gusci di gas circostanti.
Fra gli oggetti di profondo cielo segnalo NGC 5897, un ammasso globulare piuttosto atipico individuabile 1°42’da iota Librae in direzione sud – est. Risulta poco compatto e relativamente povero di stelle.
Per quanto riguarda la costellazione della Bilancia potete leggere l’articolo “La Bilancia dei Babilonesi” pubblicato sul nostro sito il 21 ottobre 2010.
La stella alfa del Corvo è Alchita e non è la stella più brillante della costellazione, ben altre quattro stelle del Corvo la superano. Di mag. 4,18 e si trova a 60 anni luce di distanza.
La stella beta è Kraz (mag. 2,8 e tipo spettrale G5). Si trova a circa 110 anni luce di distanza. Delta Corvi, chiamata Algorab, è di magnitudine 3, si trova a 125 anni luce, ed è una binaria.
L’oggetto più singolare e interessante della costellazione sono due galassie interagenti NGC 4038/39. Sono conosciute come “Le Antenne”.
Sull’argomento potete leggere “Due galassie interagenti nel Corvo” pubblicato il 15 settembre 2010.
La costellazione della Coppa (o Cratere) culmina a mezzanotte verso la metà di marzo. Comprende circa 400 gradi quadrati fra il Corvo da una parte e il Sestante e l’Idra dall’altra.
La stella alfa si chiama Alkes. Ha mag. 4,2 e si trova a 160 anni luce. Probabilmente è andata calando dall’epoca del Bayer, il quale attribuendole la lettera alfa la vide come la più brillante della costellazione, primato che invece oggi spetta a delta Crateris. La costellazione della Coppa comprende anche un gruppo di galassie (NGC 3511, 3513, 3672, 3887, 3962) di difficile avvistamento. Sulla costellazione del Cratere (o Coppa) si può leggere “Le galassie nella Coppa … o nel Cratere” pubblicato il 16 agosto 2010.
La stella alfa della costellazione del Bootes è Arturo. La sua magnitudine è di -0,06 (spettro K, temperatura superficiale di 4200° Kelvin ). La sua distanza è di 37 anni luce e le sue dimensioni superano notevolmente quelle del Sole. Si tratta di una stella gigante avviata verso le fasi conclusive della sua evoluzione. Ha un moto proprio molto elevato.
La stella beta è Nekkar. Si tratta di una stella gialla di mag. 3,48; si trova a 140 anni luce dalla Terra.
Izar (epsilon Bootis) è un bellissimo sistema doppio con componenti di mag. 2,5 e 4,9. La primaria è di colore giallo oro e la compagna blu. Scoperta da Struve nel 1829, fu da lui battezzata “Pulcherrima” cioè “la più bella”.
NGC 5466 è un ammasso globulare distante 47 mila anni luce.
La stella alfa della costellazione dei Cani da Caccia si chiama Cor Caroli “Cuore di Carlo”. Per ricordare Carlo II re d’Inghilterra dal 1660 al 1685, che ebbe il merito di fondare l’Osservatorio di Greenwich. Il suo primo direttore fu John Flamsteed che ebbe l’incarico di redigere una carta celeste. Alfa è una stella doppia fisica con componenti di mag. 2,89 e 5,60. I colori delle stelle sono blu – bianco e verdastro. E’ anche il prototipo di una classe di stelle peculiari aventi un fortissimo campo magnetico.
La stella beta è Asterion, una stella di tipo spettrale G0 e mag. 4,3. Si trova a 30 anni luce di distanza.
Gamma Canum Venaticorum è una variabile semiregolare di intensissimo colore rosso. Questo le valse l’appellativo di Superba datole da Padre Secchi. E’ una stella al carbonio con temperatura superficiale molto bassa: circa 2600° K. La distanza è stimata intorno a 400 anni luce.
E adesso i più interessanti oggetti di profondo cielo: M 3 è un ammasso globulare tra i più belli visibili alle nostre latitudini. Si trova a circa 30.000 anni luce.
M 51 è la famosa “Galassia Vortice”. La galassia con cui M 51 si mostra collegata da un ponte di stelle è NGC 5195. Questa galassia è in realtà una spirale fortemente traumatizzata dall’azione gravitazionale di M 51. Siamo di fronte agli effetti di una collisione avvenuta alcuni milioni di anni fa. Infine sono da segnalare M 63 e M 94.
Sui Cani da Caccia è possibile leggere “I Cani da Caccia che inseguono l’Orsa Maggiore” del 10 ottobre 2010.
Alfa Virginis è la bianco – azzurra Spica. E’ una stella di prima magnitudine del tipo “a elio”. Se Spica fosse al centro del Sistema Solare splenderebbe e riscalderebbe 2300 volte più del Sole. Ovviamente in queste condizioni la Terra sarebbe una fornace, gli oceani si trasformerebbero in vapore, ci sarebbero laghi di rocce e metalli fusi. Solo su un pianeta lontano come Plutone potrebbero esserci le condizioni ambientali adatte alla vita. Spica si trova a 275 anni luce da noi ed è una doppia molto stretta. L’80 per cento della luce che riceviamo da Spica si deve all’astro principale.
Porrima, gamma Virginis, è una delle più belle binarie visuali. La sua magnitudine complessiva è 2,7.
Ma il grande richiamo della costellazione della Vergine è il suo ammasso di galassie (Ammasso della Vergine). Fra le galassie elenchiamo M 49, M 58, M 59, M 60, e M 61.
M 84 e M 86 formano una bella coppia di galassie ellittiche. La coppia presenta una interessante anomalia: si avvicina a noi a 450 chilometri al secondo, mentre tutto il resto dell’Ammasso galattico della Vergine si allontana più o meno uniformemente. Sono dunque due galassie in fuga per qualche inesplicabile motivo.
M 87 è una galassia ellittica. Al suo interno si ipotizza la presenza di un buco nero. Nella zona centrale stanno avvenendo degli sconvolgimenti giganteschi che producono un potente getto di materia verso l’esterno ed è anche una potente emittente di raggi X. Ora registrata come 3C 274 nel catalogo di Cambridge la sorgente radio di M 87 è al quinto posto assoluto per intensità in tutto il cielo.
M 104 è la bellissima galassia “Sombrero”.
3C 273 è un oggetto molto interessante: si tratta di un quasar di magnitudine 12,8, visibile come una stella, distante da noi 3 miliardi di anni luce. Ma cosa è un quasar? L’idea di massima è che i quasar siano galassie giovani ancora molto compatte dove avvengono fenomeni di estrema violenza.
(vedi articolo “Vergine, c’era una volta il Quasar 3C 273 …” del 20 settembre 2010).
Il campo seminato a galassie che si estende per buona parte della costellazione della Vergine non rispetta ovviamente i geometrici confini convenzionali di questo raggruppamento celeste, ma continua salendo in alto nella Chioma di Berenice, modesta costellazione formata da una trentina di stelle, ufficialmente riconosciuta soltanto nel XVI secolo da Tycho Brahe. Spesso si parla dell’ammasso della Vergine e della Chioma come se fosse una cosa sola. In realtà c’è una sovrapposizione prospettica: l’Ammasso della Vergine che in parte sconfina nella Chioma di Berenice è in realtà notevolmente più vicino e si proietta sullo sfondo del più remoto Ammasso della Chioma, ricco di oltre mille galassie ma tutte molto più fioche e dalle minori dimensioni apparenti.
La stella alfa della costellazione della Chioma di Berenice è Diadema, un sistema doppio di mag. totale 4,2, spettro F5, poco più luminosa del Sole e distante 47 anni luce da noi.
Beta è l’astro più brillante anche se di pochi decimi di magnitudine rispetto ad alfa. E’ una stella doppia.
La maggior parte delle stelle di questa costellazione sono raggruppate nell’ammasso stellare Melotte 111 composto da circa 80 stelle. E’ posto a circa 300 anni luce di distanza.
E ora veniamo alle galassie. Le più luminose appartengono alla propaggine nord dell’Ammasso della Vergine e quasi tutte portano le sigle di Messier. Le più deboli compongono l’Ammasso della Chioma propriamente detto ed hanno la sigla NGC.
M 64 è una galassia a spirale molto famosa per la presenza di una nube oscura intorno al nucleo, che la fa assomigliare ad un occhio. Viene pertanto chiamata Black Eye (Occhio nero). Sembra che sia più vicina a noi dell’Ammasso della Vergine: un solitario universo isola a 25 milioni di anni luce.
E poi ancora M 98, M 99, M 85, M 88, M 100. NGC 4889 ci porta infine nel vero e proprio ammasso della Chioma di Berenice, quasi dieci volte più lontano di quello a cui appartengono le galassie finora descritte.
Leggi l’articolo “Quante galassie fra le lunghe trecce di Berenice” pubblicato il 16 settembre 2010.
La Corona Boreale è un piccolo semicerchio di stelle alto nel cielo della tarda primavera, fra Bootes ed Hercules. La stella alfa Coronae borealis è Gemma.E’la stella più brillante della costellazione (mag. 2,3) distante 75 anni luce. Gemma è una variabile spettroscopica a eclisse.
R Coronae Borealis è una delle stelle variabili più interessanti di tutto il cielo, fluttua tra le mag. 5,7 e 14,8 in maniera del tutto irregolare. La discesa verso il minimo è molto rapida mentre la risalita può durare anche qualche mese. Si pensa che la diminuzione sia dovuta alla formazione nella sua atmosfera di nubi di polveri di carbonio che ne offuscano la luminosità. E’ facile immaginare quale scomodo clima avrebbe la Terra se il Sole si comportasse come questa stella !
T Coronae Borealis è una nova ricorrente che se ne sta tranquilla intorno alla 10^ magnitudine per poi illuminarsi improvvisamente e balzare alla magnitudine 2. Questi lampi sono avvenuti nel 1866 e nel 1946. Probabilmente T CrB è formata da due stelle molto vicine che si scambiano periodicamente della materia. Si tratterebbe di un sistema formato da una stella blu in orbita intorno ad una gigante rossa: la stella blu strappa materia alla rossa in quanto si muove praticamente a contatto con la zona esterna della gigante.
Nei confini di questa costellazione non ci sono oggetti brillanti. Esiste però un ammasso di galassie contenente circa 400 membri situato ad oltre 1 miliardo di anni luce di distanza. La velocità di allontanamento raggiunge i 21 mila chilometri al secondo. Naturalmente i componenti sono troppo deboli per essere osservati con strumenti ordinari.
Su questa costellazione si può leggere l’articolo “La nova ricorrente della Corona Boreale” pubblicato il 19 settembre 2010
La costellazione del Sestante venne ideata da Hevelius per immortalare lo strumento che aveva usato per rilevare la posizione delle stelle. Si trova a sud del Leone in una regione del cielo priva di stelle brillanti.
Alfa Sextantis è una stella bianca di mag. 4,5 e tipo spettrale A0; si trova a 287 anni luce di distanza.
In questa costellazione si trovano molte deboli galassie. Una delle meno deboli è NGC 3115 una galassia lenticolare chiamata “Galassia Fuso”. Si trova a 25 milioni di anni luce.
(leggi: “Sestante: un buco nero da 2 miliardi di masse solari” pubblicato l’8 novembre 2010).
Ancora galassie a perdita d’occhio nella costellazione del Leone, accanto alla Chioma di Berenice.
Regolo è la stella alfa Leonis. E’ una stella doppia con componenti di mag. 1,36 e 7,7. I colori sono bianco – blu e giallo. Il sistema si trova a 85 anni luce da noi e la principale brilla come 134 Soli e ha una temperatura superficiale di 14.000° K.
A 20’ da Regolo verso nord c’è la galassia Leo I che fa parte del Gruppo Locale. Ancora più debole è Leo II, un grado e mezzo da delta Leonis.
Denebola, la stella beta, è di mag. 2,1 e tipo spettrale A2; si trova a 43 anni luce di distanza
Gamma – Algieba è un sistema binario molto bello. Le componenti hanno mag. 2,2 e 3,5.
Delta Leonis (Zozma) ha mag. 2,55 e si trova a 80 anni luce. Appartiene probabilmente alla “corrente stellare” che comprende anche Sirio, alfa Ophiuchi e beta Aurigae.
Fra gli oggetti di profondo cielo segnaliamo M 65 e M 66 due galassie spirali fisicamente associate che si trovano a circa 30 milioni di anni luce da noi.
Altre galassie sono M 95, M 96 e M 105.
(“Ruggiti celesti” pubblicato il 4 agosto 2010)
La costellazione del Leone Minore è priva della stella alfa e solo beta porta le lettere di Bayer, le altre hanno i soli numeri di Flamsteed. Fu introdotta da Hevelius nel 1660.
Beta è un sistema binario molto stretto con componenti di mag. 4,6 e 6,3.
R Leonis Minoris è una variabile di tipo Mira, quindi di colore rosso, le variazioni oscillano tra le mag. 6,3 e 13,2 in un periodo di 372 giorni.
Anche in questa costellazione compaiono numerose deboli galassie. La spirale NGC 3344 è la più notevole.
(vedi articolo Hanny’s Voorwep nel Leone Minore” pubblicato il 21 settembre 2010).
La costellazione dell’Idra è la più grande ed estesa costellazione del cielo. La stella alfa è Alphard.Il nome significa “la solitaria”. Si tratta di un astro giallo arancio di mag. 1,98. Si trova a circa 100 anni luce da noi.
Fra gli oggetti di profondo cielo si segnalano: l’ammasso aperto M 48, la nebulosa planetaria NGC 3242, l’ammasso globulare M 68 e la galassia spirale M 83.
NGC 5694 è un ammasso globulare che si trova insolitamente lontano. Potrebbe quindi superare l’attrazione gravitazionale della Galassia e allontanarsi per sempre in solitudine. (Quel mostro dell’Idra, la più grande costellazione del cielo” pubblicato il 16 agosto 2011).
Una Stella per Amica