Un Lupo che ricorda i perfidi figli di Licaone

Anche se solo parzialmente visibile alle nostre latitudini, ritengo comunque doveroso presentare la costellazione del Lupo, visibile nella prima parte della notte a primavera inoltrata (il Lupo è una delle 88 costellazioni moderne, nonché una delle 48 elencate da Tolomeo nel suo Almagesto; si trova tra il Centauro e lo Scorpione). Facciamo innanzitutto presente che, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare data la sua declinazione fortemente negativa, il Lupo è una costellazione molto antica e secondo una leggenda sarebbe da mettere in relazione con Licaone, re dell’Arcadia che aveva 50 figli crudeli e perversi; quando Zeus si recò da loro travestito da mendicante, questi lo invitarono a cena mescolando fra le carni di animali quelle di un fanciullo da loro ucciso, quasi volessero mettere a prova la reazione del loro inatteso ospite; Zeus, però, non cadde nell’inganno e profondamente irritato da tanta crudeltà fulminò Licaone e i suoi figli.  Secondo un’altra leggenda, il diluvio universale, al quale scamparono Deucalione e sua moglie Pirra, sarebbe stato proprio la maledizione inviata da Giove a causa di Licaone e dei suoi figli la cui malvagità avrebbe corrotto l’intero genere umano.
In questo caso sono decisamente avvantaggiati gli abitanti dell’estremo sud dell’Italia che possono così sperare di spingere lo sguardo sino alla parte meridionale della costellazione. Tuttavia, anche se culminasse alto sull’orizzonte, il Lupo non sarebbe comunque appariscente, in quanto possiede una sola stella di 2a magnitudo.  La più brillante è la Alfa che però è già situata a una declinazione irraggiungibile dal nord della Penisola; è una stella blu distante poco meno 700 anni luce e quasi 4800 volte più brillante del Sole.
Beta Lupi, situata a metà costellazione e a mezzo grado dal confine col Centauro, è pure una stella bluastra delle prime classi spettrali, distante 360 anni luce e 830 volte più brillante del Sole.
Anche Gamma Lupi è un astro azzurro, distante 160 anni luce e 400 volte più luminosa della nostra Stella. E sempre azzurre sono anche Delta ed Epsilon; la prima è una gigante distante 600 anni luce e oltre 1300 volte più brillante del Sole, mentre la seconda è distante 460 anni luce ed più 700 brillante.
È veramente incredibile la quantità di stelle azzurre che troviamo in questa costellazione: al di sotto della magnitudo 5 se ne contano ben 19 di classe spettrale B! Da quello che ricordo, solo Orione possiede una densità così elevata di stelle calde; ma Orione è situata in una zona ricchissima di nebulose che si può paragonare a un vero e proprio reparto di…neonatologia stellare, mentre non mi risulta che nel Lupo via sia qualcosa di analogo, anche se la parte meridionale è lambita dalla Via Lattea.
Una semplice coincidenza, dunque?
A questa costellazione appartiene una celebre curiosità storica. Tra il 30 aprile e il 1° maggio del 1006 è apparsa, nella costellazione del Lupo, una supernova galattica estremamente brillante, tanto da rendersi visibile in pieno giorno per alcune settimane dopo la sua comparsa. Se si esclude la Luna si può affermare che è stato l’oggetto più luminoso del cielo notturno, con una magnitudo stimata attorno a -7.5.
L’evento è stato registrato da diverse località del pianeta, dall’Egitto alla Cina, dall’Iraq al Giappone. Anzi, si deve proprio al medico e astronomo egiziano Ali ibn Ridwan al-Misri vissuto tra il 988 e il 1060 la descrizione forse più accurata del fenomeno che è successivamente confluita nel Tetrabiblos di Tolomeo. In questa, tra l’altro, si legge che la nuova stella era circa 3 volte più grande del “disco” di Venere e una luminosità pari a un quarto della Luna! È ovviamente facile, in tali circostanze, lasciarsi prendere un po’ la mano e lavorare di fantasia: se infatti l’egiziano si riferiva alla Luna piena — che ha una magnitudo di -12.5 — la supernova avrebbe dovuto brillare di magnitudo -11 (più o meno la grandezza del nostro satellite durante il primo o l’ultimo quarto). Bisognerebbe dunque sapere a quale fase si riferiva, tanto più che all’inizio del fenomeno (calendimaggio, appunto) si era attorno al novilunio.
Che si fosse comunque trattato di una stella insolitamente brillante è confermato anche dai monaci amanuensi dell’abbazia benedettina di S. Gallo (Svizzera nord-orientale), i quali concordavano altresì sulla sua posizione in cielo. Eppure mancano curiosamente le testimonianze di osservatori dell’emisfero australe, nonostante abbiano avuto la supernova praticamente sopra la loro testa! Ma anche nei lunghi secoli successivi sembrava che nel mondo astronomico l’evento fosse caduto nell’oblio per lasciar posto ad altre due supernovae storiche: quella del 1054, osservata da Tycho Brahe, e quella del 1603 osservata da Keplero. L’interesse verso la supernova del Lupo si è riaccesa nel 1965 quando gli astronomi, utilizzando il Parkes Radio Telescope di 64 metri sito nel Nuovo Galles (Asutralia) e completato nel 1961, individuarono una debole radio sorgente in corrispondenza della zona dell’esplosione dove nel 1976 è stato individuato un piccolo guscio in espansione. L’oggetto, noto come PKS 1459-41, si trova alle seguenti coordinate: 05h02m08s, -41°57′. Tuttavia è stato appena pochi anni fa che l’astronomo Frank Winkler esperto di supernovae è stato in grado di calcolarne la distanza, determinando la luminosità della supernovacon un certo grado di precisione. Dallo spostamento doppler che la nebulosa mostra lungo la nostra linea di vista, l’astronomo del Middlebury College ha potuto calcolarne la velocità di espansione; ma una volta nota quest’ultima è abbastanza facile calcolare quanta strada ha effettivamente percorso nello spazio in circa 1000 anni, una volta che se ne è misurata la dimensione apparente. I risultati ottenuti hanno così fornito una distanza di circa 7200 anni luce.  E la luminosità? Altri studi avevano già suggerito che si era trattato di una esplosione tipo Ia che, com’è noto, vengono spesso utilizzate come candele standard, dal momento che tutte quelle osservate in galassie esterno ricalcano con una certa fedeltà la medesima curva. Ebbene, combinando i dati relativi alla luminosità intrinseca con quelli della distanza si è potuto calcolare una magnitudo apparente compresa tra -7.9 e -7.1. Se desiderate osservare in cielo un oggetto di tale luminosità potete solo sperare in un bolide (ce se sono anche di più brillanti!).
Tratto da: Il Galassiere
Vedi anche gli articoli sul nostro sito “Due nane bianche per una supernova” del 26 settembre 2012, “Supernove storiche brillanti” del 15 agosto 2012 e “La Nube del Lupo” del 17 marzo 2011.