Non chiamatela particella di Dio perché …

La scoperta del Bosone di Higgs è stato annunciato ufficialmente in un seminario al CERN di Ginevra all’inizio di luglio: la particella che con il suo “campo” conferisce una MASSA alle altre particelle, ultimo tassello del Modello Standard delle particelle elementari e delle FORZE FONDAMENTALI della natura, ha una massa di 125,3 GeV (con un’incertezza di 0,6 GeV), ovvero circa 125 protoni.
Con il Bosone di HIggs si completerebbe dunque il Modello Standard delle particelle elementari e si spiegherebbe il 4% della massa complessiva dell’Universo (quella visibile!). Ma alcune anomalie sul decadimento di questo Bosone, che divergono dalle previsioni tecniche, lasciano aperto il campo ad ulteriori ricerche e ulteriori scoperte che potrebbero fare luce sul restante 96%  dell’Universo, cioè sulla materia oscura e sull’energia oscura.
Per essere certi della scoperta saranno necessarie altre misure almeno fino alla fine di quest’anno. D’altra parte se non fosse il Bosone di Higgs sarebbe davvero qualcosa di strano e per certi versi di ancor più interessante!
Peter Higgs, 83 anni, ipotizzò la sua particella nel 1964 e ora c’è in vista per lui il Nobel per la Fisica.
Nel frattempo evitiamo di chiamare il Bosone di Higgs “particella di Dio” . Un epiteto che un’origine molto curiosa; il fisico Lederman l’aveva soprannominata GODDAMN Particle  (“dannata particella”) in un libro del 1993. Un editor modificò l’epiteto in GOD Particle, ritenuto più spettacolare e così è stato tramandato.
Tratto da: Non chiamatela “particella di Dio” Orione settembre 2012 numero 244 pagina 26

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